Analisi del latte crudo e citometria a flusso
Anche se un campione di latte crudo oggi può sembrare esattamente lo stesso rispetto un campione esaminato in passato, in realtà il conteggio dei batteri quasi certamente oggi sarà molto più basso. Questa è una buona notizia per i consumatori e produttori di latte, in quanto è indice di una migliore qualità di produzione con tutti i benefici che ne conseguono per tutti gli operatori di settore, oltre che per la salute dei consumatori.
Lo stato batteriologico del latte è dunque un parametro importante per le procedure di trattamento di questo prezioso alimento, perché consente di determinare l’adeguatezza del latte crudo per Il consumo umano e la produzione di diversi tipi di prodotti caseari che tutti noi siamo soliti consumare a tavola.
Nel corso degli ultimi anni, i livelli medi di batteri nel latte crudo sono diminuiti progressivamente in tutto il mondo: da centinaia di migliaia di unità per millilitro negli anni ’70 si è passati a meno di 10.000 CFU per millilitro oggi, il che conferma che l’intero settore si è avviato correttamente verso la direzione giusta, che pone la qualità del prodotto e la sicurezza alimentare al primo posto. Nel contribuire a tale successo hanno avuto un ruolo determinante anche gli analizzatore latte di nuova generazione commercializzati da Bentley Instruments, azienda americana da decenni impegnata in questo settore ed in grado di offrire agli operatori del settore gli strumenti di cui hanno bisogno per determinare la qualità del latte crudo in tempo reale.
Ad ogni modo, gli sforzi per ridurre la presenza di batteri nel latte crudo è ancora in corso, e la citometria a flusso è una delle tecnologie in prima linea ed in grado di assicurare i risultati migliori.
L’importanza della citometria a flusso
La citometria a flusso è stata adoperata per la prima volta all’inizio degli anni ‘80 per l’analisi del latte crudo, un modo innovativo per automatizzare e accelerare il processo analitico
tradizionale. Il metodo di analisi tradizionale infatti, fornisce un’indicazione sullo sviluppo di eventuali colonie di batteri presenti, mentre la citometria a flusso offre la stessa indicazione ma si basa sul numero di singoli batteri presenti, e fornisce questo dato in pochissimi minuti rispetto ai due o tre giorni necessari secondo il metodo tradizionale.
I risultati rapidi si sono rivelati preziosi, dal momento che rilevare eventuali problemi nel latte crudo in una fase iniziale è fondamentale per ridurre al minimo l’impattonella qualità dello stesso ed ottimizzare la produzione. Sebbene la pastorizzazione uccida la maggior parte dei batteri infatti, i metaboliti e gli enzimi continuano ad esempio la loro attività, che conduce ad alterazioni del prodotto finale. Con informazioni più veloci invece, gli allevatori possono individuare più facilmente i possibili problemi, riuscendo così ad adoperare in tempo gli interventi correttivi necessari.
Ancora una volta dunque, è la tecnologia più avanzata a fornire le risposte necessarie di cui l’uomo ha bisogno, e gli strumenti commercializzati da Bentley Instruments rappresentano l’avanguardia di questo settore così importante e che riguarda tutti noi in maniera diretta.