Ferritina bassa o alta: ipoferritinemia e iperferritinemia
La ferritina è una proteina globulare che in tutti gli organismi viventi ha la funzione di immagazzinare il ferro, rilasciandolo in caso di necessità e rendendolo immediatamente utilizzabile. Nel nostro organismo è presente in tutti i tessuti ma soprattutto in fegato, milza, midollo osseo e muscoli scheletrici; in piccole quantità è presente anche nel sangue (ferritina sierica, in genere proporzionalmente alla quantità presente nei tessuti), dove è misurabile attraverso la ferritinemia: in pratica, più o meno ferritina riscontrata corrisponde a più o meno ferro immagazzinato.
Valori medi:
10-300 nanogrammi/ml per gli uomini
10-230 nanogrammi/ml per le donne entro i 45 anni
5-345 nanogrammi/ml per le donne oltre i 45 anni.
Ferritina bassa (ipoferritinemia)
Quando la ferritina è bassa (ipoferritinemia), la carenza di ferro può essere causata da vari fattori:
– deficit nutrizionali: malnutrizione, diete troppo restrittive o una dieta vegetariana non sufficientemente bilanciata;
– malassorbimento, provocato da celiachia, patologie dell’apparato gastro-intestinale, alcolismo…; si manifesta tipicamente con diarrea cronica;
– emorragie, fisiologiche se legate a un flusso mestruale abbondante, o dipendenti da traumi, emorroidi cronicamente sanguinanti, ulcere, perdite occulte…
– gravidanza, che richiede alla donna un surplus di ferro per compensare le quantità necessarie al feto, o parto, poichè la placenta contiene da sola circa 300 mg di ferro.
Ferritina bassa: terapia
Può essere sufficiente rivedere la dieta quotidiana insieme al proprio medico, aumentando il consumo di alimenti non solo ricchi di ferro ma anche con un’alta biodisponibilità e quindi con un’alta percentuale effettiva di ferro che il nostro organismo possa assorbire ed utilizzare: legumi (lenticchie, ceci, fagioli cannellini, fagioli borlotti freschi), cioccolato fondente amaro, frutta secca e fresca, in particolare quella ricca di vitamina C e acido citrico (agrumi), che aumentano l’assorbimento del ferro; per gli onnivori anche carne (il fegato d’oca è una miniera di ferro), pesce, molluschi (vongole, seppie), crostacei. Con bassa biodisponibilità, pur ricchi di ferro, sono invece cacao, cereali integrali, spinaci, legumi, rabarbaro e gli alimenti molto fibrosi; riducono le possibilità di assorbimento del ferro anche i tannini presenti in tè e caffè e la compresenza di minerali come lo zinco o il calcio.
Ferritina alta (iperferritinemia)
La ferritina alta (iperferritinemia) può essere invece legata a:
– sovraccarico di ferro, legato all’alimentazione o all’assunzione di alcuni farmaci, oppure a un accumulo di ferro (emocromatosi e/o emosiderosi);
– stati infiammatori acuti o cronici, infezioni o neoplasie;
– necrosi di estese porzioni di un tessuto, come nei casi di epatiti acute e croniche;
– difetti ereditari nella sintesi della ferritina.
(Negli ultimi tre casi gli elevati valori di ferritina non sono correlati a un sovraccarico di ferro nei tessuti).
Ferritina alta: terapia
E’ costituita da salassi (prelievi di 350-400 ml di sangue) per rimuovere dall’organismo i globuli rossi (ricchi di ferro), stimolandolo a produrne di nuovi. E’ consigliabile inoltre una dieta a basso contenuto di ferro, eventualmente associata a una terapia chelante che aiuti a eliminare il ferro in eccesso attraverso le urine.
E’ comunque importante rivolgersi sempre al proprio medico per valutare cause e cure idonee.