Nanotecnologie in campo medico: piccoli elementi per grandi risultati

Negli ultimi anni la ricerca in campo medico ha compiuto passi da gigante e sono ad oggi moltissime le storie di persone che, pur avendo subito gravi incidenti, sono in grado di raccontarle col sorriso sulle labbra perchè, proprio grazie ai progressi medici e scientifici più recenti, è stato loro possibile ottenere risultati incredibili e letteralmente impensabili fino a poco tempo fa.
E’ questo il caso di coloro che hanno subito fratture ed altri gravi incidenti articolari che hanno interessato non solo le cartilagini ma, nei casi peggiori, anche la struttura ossea sottostante. La prassi medica seguita per questi pazienti fino a circa un decennio fa, consisteva solitamente in un intervento di installazione protesica che potesse sopperire alle strutture danneggiate dall’incidente.
Se per un soggetto abbastanza in là con gli anni, questo tipo di intervento, benchè sempre rischioso, si rivela essere ancor oggi una delle poche alternative valide per ottenere un miglioramento sensibile della situazione, nel caso di pazienti giovani che subiscono un danno importante ad un’articolazione, la strada migliore e risolutiva non è più quella della protesi metallica.
Ma quali sono i motivi di una simile distinzione?
Le argomentazioni portate a riprova del fatto che esistono interventi maggiormente risolutivi ed in grado di garantire una migliore qualità della vita del paziente sono essenzialmente due ed entrambe legate all’età del soggetto che ha riportato un danno articolare importante.
Nei giovani, infatti, il ricorso all’impianto di una protesi comporterà nel tempo (mediamente 15 anni se non vi sono complicazioni di alcun tipo) la necessità di una nuova operazione per procedere ad una sostituzione.
Poichè l’aspettativa di vita della popolazione è aumentata ed ipotizzando l’infausto incidente in un soggetto particolarmente giovane (20 o 30 anni), la probabilità che si debbano affrontare nell’arco della vita due o tre interventi è molto concreta. Al tempo stesso, nei soggetti giovani la rigenerazione dei tessuti è un processo sensibilmente più veloce rispetto agli anziani, ragion per cui l’utilizzo di metodiche di ultima generazione risulta in questi pazienti un approccio con un indice di successo enormemente più alto per scongiurare il ricorso ad un protesi metallica.
La nuova metodica della quale stiamo parlando è quella che sfrutta le nanotecnologie in ambito medico per la rigenerazione di strutture cartilaginee ed osteo-cartilaginee. Nella pratica, questo tipo di intervento chirurgico consiste nell’impianto di un presidio biologico in grado di stimolare in maniera naturale la ricostruzione cartilaginea. Le nanostrutture presenti all’interno di questo presidio permettono di far guarire gradualmente e completamente la lesione, supportando ovviamente il processo post-operatorio con una serie di incontri fisioterapici volti a riabilitare completamente l’articolazione del paziente ottenendo un pieno recupero.
In Italia, da sempre all’avanguardia nel settore della ricerca e delle scoperte bio mediche che migliorano la qualità della vita dei pazienti, soprattutto se in giovane età, questa tecnica di intervento con nanostrutture ha già aiutato negli ultimi anni moltissime persone a riottenere una mobilità completa senza dover ricorrere all’impianto di protesi e con un approccio sicuramente più naturale ed accettabile.